mercoledì 27 agosto 2008

La tenda imprudente



Una volta si rischiavano il colpo della strega, il torcicollo, qualche linea di febbre e magari qualche livido. Poteva capitare, in vie abbastanza eccezionali, di risvegliarsi con i piedi a mollo per via della pioggia. Una volta. Oggi no, oggi a dormire in tenda rischi addirittura la vita.

Con l'ennesimo nerissimo episodio di cronaca verificatosi alla periferia di Roma il 23 agosto, e con l'altrettanto agghiacciante fatto criminale avvenuto a due soli giorni di distanza nel napoletano, l'Italia si riconferma (come se ce ne fosse mai stato bisogno) una terra poco sicura, un posto da non consigliare ad una famiglia di turisti straniera che vuole trascorrere una vacanza tranquilla. Forniamo all'Europa e al mondo un biglietto da visita inequivocabile, un'immagine che non ha bisogno di parole per essere spiegata. Ma procediamo con ordine e con metodo...


P.V.M., 56 anni, informatico, e M. A. W., casalinga, 52 sono una coppia di turisti olandesi. Da qualche settimana hanno intrappreso un grande tour dell'Europa a cavalcioni della bicicletta. Il giorno 23 agosto si trovano alle porte di Roma. Sono in Italia già da dieci giorni, e sono diretti alle località del litorale laziale. La stanchezza, tuttavia, li costringe a fermarsi in via Portuense. Poco lontano dalla strada scorgono un vecchio casolare diroccato, all'ombra del quale decidono di piantare la loro tenda, ed allestire il loro accampamento per la notte. Mentre armeggiano con pali e picchetti, vengono avvicinati da Paul Petre, 32 anni, e Andrei Vasile Bohus 20, due pastori romeni che stanno rincasando con le loro pecore al seguito. Ai due uomini, la coppia olandese domanda se è possibile sistemarsi accanto a quel casolare per trascorrere la notte. I romeni li rassicurano, magari con qualche parola gentile. Poi se ne vanno per la loro strada. Ma a mezzanotte ritornano sui propri passi, e, armati dei bastoni con cui conducono il gregge, fanno irruzione nella tenda, costringendo i turisti a consegnare loro la somma di 1500 euro. Dopodichè immobilizzano l'uomo e, a turno, abusano della donna.

Quello che avviene tra Castellammare di Stabia e Torre Annunziata segue la falsa riga di quanto già scritto: il 25 agosto una coppia di turisti tedeschi decide di issare la propria tenda in una spiaggia qualunque, non un luogo adibito a campeggio. Tre giovani li aggrediscono in piena notte, dopo aver sparato al cane della coppia, per metterlo a tacere. Sandra, 25 anni, psicologa e David, 27 anni, studente, vengono derubati di 50 euro e di un telefono cellulare. Poi, mentre il ragazzo ha una pistola puntata alla tempia, la donna è fatta oggetto di ripetute violenze sessuali.

Dopo fatti di una simile atrocità ed efferatezza è difficile trovare le parole giuste per interpretare quello che è accaduto. Ma quelle che ha usato Alemanno, sindaco di Roma, quasi a volersi "giustificare", sono state in assoluto le più assurde che potevano essere dette. "Questo è un’episodio limite. I turisti olandesi non uscivano da una stazione ferroviaria. Si sono accampati, girando in bicicletta, in un posto abbandonato da Dio e dagli uomini, dopo aver chiesto consiglio su dove mettere la tenda a un branco di pastori immigrati. La loro è stata una grave imprudenza". E come se non bastasse ha rincarato la dose: "Nessuna mobilitazione per la sicurezza potrà mai consentirci di controllare tutto il territorio, che rimane il più esteso comune agricolo d’Europa". Tradotto: i due turisti se la sono andati a cercare, e io non sono in grado di garantire la sicurezza sulla totalità del territorio della provincia di Roma. E' come se una ragazza in minigonna, appena uscita dalla discoteca, venisse violentata in metropolitana: "Ah, se l'è anadata a cercare, in minigonna in metropolitana...". La violenza sessuale non ha e non può avere giustificazione. Ad ogni donna, in quanto essere più debole e più facilmente in balia della ferocia di cui è capace l'essere umano, deve poter essere garantita la libertà di vestirsi e dormire come e dove meglio crede. Inoltre, il buon Alemanno, che ha fatto credere ai cittadini di Roma di avere bisogno di più sicurezza, e che lui, soltanto lui sarebbe stato in grado di fornirgliela, quella sicurezza, ora deve fare i conti con la probabilità che questa credenza si sgretoli piano piano, sotto i colpi delle sue inadempienze e dei tagli del governo alle Forze dell'Ordine.
Probabilmente per cercare di metterci una pezza sopra, il primo cittadino di Roma ha voluto evidenziare come i Carabinieri abbiano acciuffato i colpevoli nell'arco di 24 ore. Della serie: lo ho presi, ora Roma è pulita e sicura. Vorrei ricordare al signor Alemanno e alla destra tutta che "repressione" non è affatto sinonimo di "sicurezza". In questo modo viene meno il binomio criminale-vittima che caratterizza ogni delitto. Con la repressione si vuole curare solo l'aspetto dell'autore del reato, che diventa l'unico protagonista dell'iter giudiziario. E questo è profondamente sbagliato. Perchè è necessariamente la VITTIMA, colei che subisce, che deve essere protagonista delle politiche di sicurezza. E queste non devono essere rivolte a come incastrare i colpevoli, ma a come salvaguardare gli innocenti. Occorrono POLITICHE DI PREVENZIONE di ampio respiro, non i militari sparsi per le città, a creare quel clima al limite tra il GF di Orwell e il G8 di Genova.

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